Nella Sclerosi Multipla, un aspetto che può emergere nel tempo è quello dei deficit cognitivi. Questi deficit spesso comportano un disagio paragonabile ai più noti sintomi fisici.
I sintomi cognitivi più comuni:
Negli ultimi anni molti studi hanno stabilito che i deficit cognitivi riscontrati nella SM non sono dovuti ad ansia e/o depressione che pure possono insorgere nel corso del tempo, ma sono invece tipici della malattia. Inoltre è stato stabilito che nella Sclerosi Multipla alcuni deficit cognitivi sono più comuni di altri. Le aree che sembrano maggiormente colpite sembrano essere quelle della memoria, soprattutto quella verbale.
Questo tipo di memoria è associata alla capacità di ricordare parole di uso comune o nomi e luoghi che hanno caratterizzato la nostra vita. L’incapacità di ricordare parole di uso comune può generare un forte imbarazzo nel soggetto in situazioni sociali o lavorative. Questo imbarazzo può essere a sua volta causa di evitamento di situazioni sociali e generare cali d’umore significativi dal momento che il paziente si sente impotente rispetto a tale difficoltà. Inoltre condotte disfunzionali come l’automonitoraggio (ne abbiamo parlato qui) costante delle proprie funzioni e capacità finiscono paradossalmente per peggiorare gli stessi deficit a causa dell’aumento dell’ansia.
Il ruolo della riabilitazione cognitiva:
Già si è parlato del ruolo fondamentale della riabilitazione di tipo fisico (qui); la riabilitazione cognitiva ha un ruolo di pari importanza. L’obiettivo della riabilitazione cognitiva è principalmente quello di limitare, mediante tecniche specifiche, i deficit presenti e di consolidare le abilità residue. L’impegno con cui affrontare la riabilitazione cognitiva è pari a quello della riabilitazione motoria e per il paziente non è sempre facile perseguire l’obiettivo con continuità. Tuttavia quando la riabilitazione cognitiva è praticata dallo psicologo, i due aspetti, riabilitazione e sostegno psicologico, possono essere affrontati assieme con notevoli benefici.
Le emozioni spiacevoli del non ricordare:
Le abilità cognitive contribuiscono a caratterizzare l’individuo ma non devono mai essere un metro di giudizio! Percepire dei lievi deficit cognitivi può gettare nello sconforto, ma questa sensazione dev’essere elaborata e mitigata perché un abbassamento dell’umore o l’eccessiva ansia possono esacerbare questo problema. E’ proprio qui che entra in gioco il sostegno psicologico: aiutare il paziente a gestire l’emotività e correggere gli stati d’animo negativi. Così facendo non solo il paziente ricomincerà ad appropriarsi del benessere che lo caratterizzava prima, ma indirettamente migliorerà anche la componente cognitiva.
Il ruolo dello psicologo:
Lo psicologo si farà quindi carico dei problemi già citati (emotività negativa, condotte disfunzionali) e potrà proporre anche esercizi specifici per limitare i lievi deficit cognitivi. Generalmente è corretto tenere separati i diversi aspetti nella gestione clinica della Sclerosi Multipla; tuttavia, in questo caso, il lavoro di un unico professionista permette di ottimizzare l’aspetto clinico, economico e di durata del trattamento di riabilitazione cognitiva.
Hai trovato utile questo articolo? Puoi iscriverti alla newsletter per ricevere i prossimi articoli.