Sclerosi Multipla: tra medicina e psicologia

Sclerosi Multipla tra medicina e psicologia
Il sostegno psicologico alla Sclerosi Multipla

Ad oggi l’approccio alle malattie neurodegenerative prende in considerazione il concetto di multifattorialità dal punto di vista eziologico e di trattamento. Questo significa che il concetto di “salute” non fa riferimento soltanto alle condizioni fisiche, ma anche al benessere emotivo della persona; dunque la questione non è quella di “malattia/non-malattia”, ma a come quell’individuo vive emotivamente la propria condizione.

È all’interno di questa cornice che si delinea il trattamento medico ed il sostegno psicologico al paziente affetto da SM.

Il trattamento medico

Dal punto di vista biologico, l’interesse del medico è improntato soprattutto al danno neurologico e al rallentare quanto più possibile l’andamento della malattia.
Il progredire della malattia segue un decorso eterogeneo; possono verificarsi ricadute che si esprimono con le più svariate combinazioni sintomatologiche, sebbene il più delle volte si ripresenti ciclicamente il sintomo d’esordio. Questo dipende dalla demielinizzazione che, durante la ricaduta, può localizzarsi in punti diversi.
L’esordio della malattia può essere acuto o progressivo, venendo così a delinearsi anche un approccio differente sul versante psichico.

Il sostegno psicologico

Lo psicologo che ha in carico il malato di SM non può trascurare la peculiarità dell’andamento della malattia. Questo è differente nei vari pazienti a causa della variabilità genetica sulla quale s’innescano fattori esterni, come la suscettibilità ad esprimere un tipo di sintomatologia piuttosto che un’altra. Da qui viene a crearsi la necessità di una terapia di sostegno personalizzata che tenga conto di tutti i fattori in gioco.

  • L’esordio acuto pone delle sfide non solo dal punto di vista del compenso neurologico e globale, ma anche dal punto di vista emotivo. Il paziente può sentirsi sopraffatto non solo dal malessere, che adesso ha un nome, ma anche dall’impatto emotivo generato dalla diagnosi.
  • Lo psicologo che ha in carico il malato di SM non può trascurare la peculiarità dell’andamento recidivante della malattia. In quest’ottica l’approccio psicologico al paziente deve tenere conto dell’inevitabile frustrazione derivante dalla ricaduta.

In entrambi i tipi di decorso il ruolo del sostegno psicologico è fondamentale:

  • Recidivante-remittente: Il focus è sulla gestione degli aspetti di vita quotidiana, con attenzione al vissuto emotivo relativo all’accettazione della terapia di mantenimento e delle sue collateralità e la gestione della paura di eventuali recidive (ne abbiamo parlato qui).
  • Progressiva: Il focus è sui sentimenti d’impotenza che possono farsi largo nel paziente, inoltre può essere utile un training sullo sviluppo o sul potenziamento delle capacità di adattamento alla malattia (ne abbiamo parlato qui).

Al di là di quale sarà il decorso, può essere utile centrare  il focus sulle emozioni che durante la ricaduta emergono nel soggetto (rabbia, tristezza, paura), senza trascurare la presenza di eventuali connotati psicopatologici (ansia, abbassamento del tono umorale, depressione, ecc..).

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